Il Viaggio di Mario Colabello

                                                                                                                                                          Il Viaggio

 

Una falce illumina
sentieri sterminati

 

Fotografia di un paesaggio serale fuori San Giovanni, frazione di Carmagnola (TO)

 

 

– Mario Colabello

 

 

 

 

 

                                                                                   Postfazione:

Per evitare fraintendimenti sul senso del componimento e/o la visione di figure retoriche dove non ve ne sia la presenza o comunque non sia intenzionale il loro utilizzo (DISCLAIMER: ogni riferimento a cose o persone realmente esistite e ree di analisi eccessiva di testi di letteratura è puramente casuale), verrà di seguito inserito un commento della poesia.

Commento:

questo componimento è ispirato all’immagine allegata ad esso, e in particolare alle sensazioni provate durante il “viaggio” che ha portato alla sua realizzazione. La fotografia è stata scattata di sera, tra la fine di Novembre e l’inizio di Dicembre poco fuori il borgo San Giovanni di Carmagnola.
le sensazioni che la poesia vuole evocare sono il senso di libertà che deriva dal “mettersi sulla strada”, la percezione dell’ignoto e la volontà di scoperta che ne deriva, oltre che la paura dell’ingoto in quanto tale e in relazione alla scelta.
Il componimento da un lato strizza l’occhio a “Song of the Open Road” di Walt Whitman, nel quale è presente lo stesso tema del viaggio, mentre celebra il romanticismo con lo scenario notturno descritto nei versi.
La presenza della luna è sia un rimando a Giacomo Leopardi, e in particolare a “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”, (dato che anche qui la luna ha il ruolo di guida, tuttavia contrasta con la luna di Leopardi che è indifferente al pastore), sia un modo per far percepire una certa angoscia. La luna non è infatti piena, come spesso compare nel periodo romantico, ma se ne vede solo uno spicchio; di conseguenza non riesce ad illuminare la strada come farebbe durante il plenilunio.
L’angoscia rimanda alla filosofia della scelta di Søren Kierkegaard. Scegliere la propria via durante il viaggio è un’analogia che rappresenta lo scegliere cosa essere nella vita, e la strada, illuminata solo da una falce di luna, allegoria del nostro intelletto, può far paura se non si può più tornare indietro.
I due versi sono settenari, e quindi particolarmente brevi, al fine di rendere veloce la lettura facendo trasparire l’angoscia e la pressione della scelta.
Esiste una singola strofa (un distico), infatti la poesia è stata composta anche ispirandosi allo stile di Giuseppe Ungaretti, cosa che si può evincere anche dall’uso dell’allegoria.
Le figure retoriche presenti sono:
-un inarcamento alla fine del primo verso con lo scopo di rendere palpabile l’inquietudine;
-l’allitterazione della lettera “L”, che rimanda alla luce della luna e alla luna stessa;
-l’uso delle consonanti “n” e “t” in “sentieri sterminati” rimanda all’infinito (citazione a Leopardi);
-falce è una sineddoche per indicare la luna.
-la luce della luna è l’allegoria dell’intelletto umano;
-l’uso di “sentieri”, anziché “sentiero”, rappresenta la scelta della strada, analogia delle molteplici scelte delle quali è fatta la vita.