IL VIAGGIO di Emily Serratore

Solo il pensiero di poter tornare indietro nel tempo e di essere catapultati in un’altra epoca mi ha sempre affascinato e mi incanta tuttora. Il fascino di questo argomento è testimoniato dal fatto che sono stati molti i film fondati su questa tematica, basti pensare a “Midnight in Paris” oppure a “Non ci resta che piangere”. In entrambi, i protagonisti si ritrovano a vagare nel tempo e si vedono costretti a confrontarsi con un modo di vivere che inizialmente li sconvolgerà parecchio. L’aspetto più stimolante ed interessante di questo “viaggio nel tempo” è sicuramente la possibilità di incontrare e parlare con dei pilastri della storia, di cui gli uomini del Ventunesimo secolo hanno avuto la possibilità di leggere libri oppure di vedere film su di essi, ma che non avranno mai il privilegio di incontrare, a meno che non si verifichi una situazione analoga. Potessi scegliere in che epoca ed in che luogo vivere, opterei senza dubbio per Parigi negli anni Venti. Un periodo complesso e non privo di contraddizioni, costellato di personaggi che hanno vissuto consapevoli dell’eccezionalità del proprio tempo. Epoca che trova il massimo splendore nell’arte, poiché vi si recarono dalla Spagna personalità eccentriche e narcisiste come Pablo Picasso e Salvador Dalì, oppure dall’altra sponda dell’Atlantico importanti scrittori come Ernest Hemingway, Scott Fitzgerald e pittori come Edward Hopper. Dunque, la Ville Lumière negli anni venti ospitava una vera folla di intellettuali e di artisti, che valorizzarono ed impreziosirono la città con i loro romanzi e dipinti. Inoltre, questi anni furono ricchi di invenzioni come la nascita del cinema e le prime proiezioni, del charleston e del cabaret; insomma, dopo l’austerità ed i spargimenti di sangue della prima guerra mondiale, la capitale francese divenne il cuore pulsante dell’arte, in cui si sviluppò un clima di benessere e di spensieratezza che durerà fino al 1940. Potessi fare un viaggio nel passato e tornare in quegli anni, sognerei di passeggiare tranquillamente per tutte le stradine di Parigi, ricche di colori, di arte e di magia; perché questa città, come tutte d’altronde, va assaporata in ogni suo aspetto. Non so cosa sia esattamente che le conferisce la sua particolare aurea, sarà la sua atmosfera naturale, la sua vita, la sua lunga storia. Inizierei da quelle suggestive viuzze perché penso che la vera anima della città risieda proprio nei particolari: Parigi non è composta solamente dai grandi monumenti conosciuti in tutto il mondo come la Tour Eiffel oppure l’Arc de Triomphe, ma la vera ricchezza sono i dettagli, che rendono l’intera città di una bellezza disarmante. In secondo luogo, desidererei intrufolarmi e curiosare nelle botteghe dei più grandi artisti del dopoguerra, come Matisse oppure Monet. Immagino stanzette colorate piene di pennelli e tele in cui domina un’atmosfera tranquilla ma al contempo singolare. Ambiente in cui si percepisce l’opprimente odore di fumo mischiato però al piacevole profumo dell’olio di trementina. È sensazionale pensare che quei posti siano stati il luogo in cui molti artisti trascorrevano gran parte della loro giornata e in cui davano libero spazio alla fantasia e all’estro per giungere poi, come esito finale, alla creazione di un ritratto o di una statua. Pertanto, questi luoghi sono valorizzati ulteriormente se si riflette sul fatto che in quelle botteghe, pittori e scultori hanno dato vita a dei veri e propri capolavori ancora oggi famosissimi in tutto il mondo. In seguito, desidererei partecipare sicuramente ad una proiezione di un film muto all’interno di una sala cinematografica, sedermi su uno scomodo sedile tra gli spettatori del pubblico e godermi la magnifica esperienza del cinema come fosse la prima volta. Mi piacerebbe immedesimarmi nei visi sbalorditi e curiosi delle persone che videro nel 1895 il primo spettacolo a pagamento, con cui i fratelli Lumiere sancirono la nascita ufficiale del cinema. Fu così che, i due imprenditori francesi contribuirono a formare di nuovo un tessuto di emozioni condivise, di aspettative e desideri comuni, che diventarono sempre più necessari nella vita di milioni di persone. Dev’essere un’esperienza unica assistere alla nascita del cinema, soprattutto sapendo l’enorme crescita e diffusione che avrebbe avuto nei prossimi decenni. Avessi una sola giornata a disposizione per visitare Parigi degli anni venti, trascorrerei la sera passeggiando lungo la Senna a contemplare le magnifiche luci che riflettono sulla calma acqua del fiume parigino. Potessi, mi siederei sul muretto a bordo del fiume davanti alla cattedrale di Notre Dame e rimarrei lì immobile, abbagliata dalla suggestività e dalla magia. Mi soffermerei a pensare quante persone hanno vissuto ed hanno camminato per queste strade, quante vite si sono incrociate proprio qui, ma soprattutto a quanta storia ci sia in questo posto. Come “storia” mi riferisco alle vicende, alle manifestazioni e alle rivolte, che si sono succedute negli anni. Questo è Parigi: una città dai mille volti, alcuni senza dubbio incantevoli, altri un po’ meno, se consideriamo le guerre e le insurrezioni, che inevitabilmente sono avvenute nel corso dei secoli. Proprio a causa di questi numerosi aspetti, non c’è da stupirsi se da sempre la capitale francese ha attirato l’immaginario di pittori, scrittori e sceneggiatori, che hanno voluto trarre ispirazione da questa suggestiva città e sceglierla come sfondi dei loro quadri o come set cinematografico. Ritengo sia proprio questo l’aspetto affascinante del passato: la conoscenza di come siano andati realmente i fatti, le dinamiche ed i diversi contrasti che hanno condotto ad una guerra, ad una riforma o più banalmente ad un cambiamento. Perché la storia è fatta proprio di questo: di continui mutamenti ed innovazioni, positive e negative che hanno contribuito all’evoluzione. Sicuramente, il viaggio nella Parigi degli anni venti è irreale e non sarà mai possibile realizzarlo, se non con l’immaginazione. Però, anche se si tratta di un viaggio mentale frutto della fantasia, può ugualmente essere considerato tale in quanto provoca spensieratezza e piacere, sensazioni che devono essere necessariamente provate quando si compie un viaggio.